La Chiesa di di S. Lucio, del Quattrocento, posta sul valico omonimo a cavallo tra il confine italiano e svizzero, ha sempre costituito un punto di riferimento culturale e devozionale per la gente dei due versanti. All’interno vi sono dipinti che vanno dal XV al XVII secolo e una statua lignea quattrocentesca raffigurante il santo.
L'oratorio montano di San Lucio si trova a 1542 metri sul livello del mare, sul confine italo-svizzero in territorio italiano, nel punto in cui la montagna si abbassa e forma una conca, a circa tre metri dal cippo di confine. È l'oratorio più alto di tutta la valle e dei suoi dintorni. È un edificio di forma allungata, con un'unica navata a quattro campate e un presbiterio. L'esterno è semplice: sul lato destro c'è un basso campanile piramidale in cui è collocata una campana; sul davanti c'è un portico piuttosto basso, aperto ad archi su tre lati; a sinistra della chiesa, la sacrestia e la cappella di San Rocco formano due corpi sporgenti collegati da un piccolo corridoio.
L'edificio è coperto da travi. Il pavimento è costituito da grandi lastre quadrate di pietra e da una grande macina interrata nel pronao all'ingresso dell'oratorio, spaccata e riutilizzata come "pietra sacra".
Il restauro degli affreschi è stato realizzato da Paola Villa e dai suoi collaboratori: I lavori sono iniziati nel 1987 e, per quanto riguarda i dipinti, si sono conclusi nell'estate del 1998. Il restauro effettuato da Paola Villa ha permesso il recupero di un'importante testimonianza di fede e di pietà e la conservazione di un edificio sacro nella sua particolarità di antica, remota e isolata chiesa di montagna.
San Lucio (Uguzo) di Cavargna, patrono degli alpigiani e dei casari.
Pastore vissuto nel XII secolo
Patrono dei casari e dei formaggiai d'alpeggio
Festa dedicata: 12 luglio
Secondo la tradizione, Uguzo era un povero pastore che si guadagnava da vivere in una valle di montagna vicino a Cavargna, sul Lago di Como. Regolarmente donava tutti i suoi risparmi ai poveri e alla chiesa. Il suo padrone, però, non gradiva la sua carità e lo scacciò. La leggenda narra che Uguzo andò poi da un altro signore, che gli portò felicità e ricchezza.
Profondamente infuriato per questa benedizione, si dice che il primo signore, in preda all'invidia, lo abbia attaccato e ucciso un 12 luglio del XII secolo.
Un'altra versione della "leggenda del nocciolo" narra che un casaro di nome Uguzzo o Luguzzo aveva un cuore così generoso verso i poveri, troppo generoso secondo il suo signore, che perciò lo licenziò.
In realtà, però, si dice che Lucio si limitasse a rifare il formaggio con il siero, che poi distribuiva ai poveri. Lucio non era evidentemente solo misericordioso, ma anche un buon produttore di formaggio. Lucio trovò subito un nuovo lavoro e continuò ad avere successo e ad essere così misericordioso tanto che il suo vecchio padrone, per invidia, lo uccise.
Uguzo è considerato un santo popolare in Ticino e in Lombardia. Sul passo italo-svizzero, che porta il suo nome a 1540 m s.l.m. e che collega la Val Cavargna italiana con la Val Colla svizzera, si trova l'oratorio di Lucio.
Visitato dai fedeli nei giorni della festa di Lucio, il 12 luglio e il 16 agosto. Diversi Papi hanno riconosciuto il culto di Uguzo, e di cui si hanno notizie fin dal 1280.
Nel corso dei secoli, il suo nome ha assunto diverse forme: Uguzzo, Uguzzone, Luguzzo, Luguzzone e Lucio. Per quanto riguarda i suoi attributi iconografici, il Santo tiene nella mano sinistra una forma di formaggio, mentre con la destra brandisce il coltello del casaro, che sta per tagliare il formaggio per distribuirlo ai poveri.